Con l’uscita del quinto episodio del ciclo degli effetti, Andrea Falchi sposta il baricentro della scena del suo romanzo a sud della provincia di Livorno e precisamente nei territori di Bibbona e Donoratico. Effetto Larsen, l’asimmetria del ritorno gioca subito con le parole fin dal titolo in cui il tipico effetto acustico microfono-cassa (detto anche ritorno) si interseca con un altro tipo di ritorno che necessariamente non è solo un semplice cambio di percorso. Sullo sfondo di una guerra atavica fra le famiglie Carducci e Della Gherardesca, l’inseparabile coppia Silvestri-Titta si ritroverà a indagare sulla morte di Giovanni Tulipiero, detto il Belin, avvenuta nella pineta di Marina di Bibbona a due passi dal Santuario della Madonna del mare. Qui i due poliziotti avranno a che fare con alcuni personaggi del luogo, conosciuti da tutti coi loro soprannomi: Einstein, Civetta e Zighitoun. Fra questi spicca Ibis l’egiziano, ambiguo personaggio ai limiti della legalità, che nei momenti di tensione ama esprimersi in latino. Un salto indietro di qualche mese e l’omicidio insoluto di una donna avvenuto all’interno della chiesa della Spina a Pisa tornerà alla ribalta con un insolito collegamento. A complicare l’indagine di Silvestri ci si metterà anche il barbiere Sigaro, alter ego onirico del commissario, che alzerà il livello di difficoltà dei suoi suggerimenti divertendosi qualche volta a confondergli le idee con indicazioni spesso fuorvianti. L’asimmetria del ritorno investirà Carlo Silvestri in tutta la sua amarezza e fragilità di uomo facendolo più volte dubitare della sua professionalità per il ruolo che ricopre. Un’indagine che ha il sapore di un buon vino rosso, magari di un Bolgheri o di un Sassicaia.