Nella cornice della 42esima edizione della Fiera di Sant’Ubaldo alle ore 15.30 di domenica 16 Maggio si è svolta la presentazione dell’ultimo giallo dello scrittore pisano Andrea Falchi, Effetto Hawthorne, l’asimmetria del controllo edito da Carmignani Editrice. Presentava Emilia Vaccaro, giornalista scientifica, appassionata di letteratura e non nuova a questo tipo di eventi. Il romanzo, che è il settimo di una serie di gialli che va sotto il nome di ciclo degli effetti, è in gran parte ambientato a Livorno, città nota per la sua apertura al multiculturalismo e all’integrazione. Infatti è proprio qui che Roza, artista bielorussa circense, incontra il livornese-algerino Mario Malik che la aiuta a ritrovare il sogno di una vita, quello di poter ritornare a fare la trapezista dopo un brutto incidente avvenuto qualche anno prima. Purtroppo Roza troverà la morte proprio in quella Livorno che l’aveva accolta a braccia aperte. La solita coppia investigativa Silvestri-Titta riuscirà a risolvere il caso, grazie anche all’alter-ego onirico Sigaro che suggerirà al commissario come gli uomini siano esseri che si nutrono di relazioni e che la realtà spesso è un gioco di specchi in cui la finzione non necessariamente diverge dalla verità. L’effetto Hawthorne ci ricorda come il solo atto di osservare possa mutare ciò che si osserva e solo una mente asimmetrica come quella di Silvestri potrà trasformare una flebile intuizione in una pista ben illuminata.
Autore: A.F.
Effetto Hawthorne alla Festa di Sant’Ubaldo
Effetto Hawthorne su Il Tirreno del 4 Marzo 2021
Effetto Hawthorne su La Nazione del 23 Febbraio 2021
Effetto Hawthorne, l’asimmetria del controllo
IV di copertina
Prima o poi doveva succedere che il commissario Silvestri si imbattesse in un’indagine tutta livornese. Sciana, una donna che lavora a Castiglioncello, vede buttarsi dal ponte di Calignaia una ragazza in un giorno di pioggia battente. Novembre è il mese dell’inquietudine, della disperazione, ma c’è qualcosa, in questo suicidio, che alla donna non torna. Il colore delle scarpe della morta non coincide con quello della ragazza in bilico sul ponte. Silvestri fiuta questa esile pista e aiutato dal fido ispettore Titta, dall’anatomopatologa Lucia Trivella e dal collega della postale Artemio Franchi riuscirà a trovare il bandolo di una matassa molto intricata che si dipana nei vicoli della Venezia Nuova, passando per i Quattro Mori fino ad arrivare a Punta Righini. Un barbiere Sigaro il più delle volte incontrato in abiti circensi suggerirà al commissario che l’osservatore è in grado di modificare il comportamento altrui con il solo atto di osservare. L’effetto Hawthorne ci ricorda che siamo esseri umani che si nutrono di relazioni e che la realtà spesso è un gioco di specchi in cui la finzione non necessariamente diverge dalla verità.